Certamente gli Scoiattoli del Bologna 16°, mentre preparavano la famosa sacca del materiale di squadriglia, pensavano che le cose sarebbero dovute andare nel modo seguente:
Il Signor Ministro dei Trasporti telefona al Direttore
Generale della Motorizzazione di Bologna in questi
termini:
- Mi raccomando, faccia attenzione che la sacca
degli Scoiattoli sia trattata come si deve…
- Non si preoccupi, eccellenza, lasci fare a noi!
Immediatamente viene diramato un fonogramma
affinchè il camion che dovrà trasportare la famosa sacca
sia verificato a puntino, rinforzato nei molleggi, imbottito
e tappezzato di raso rosso, anzi dei colori di squadriglia.
Due Commissari Centrali (così si chiamavano una
volta i «Responsabili Nazionali Scouts») sono dirottati
intanto verso Bologna e muniti di guanti bianchi, affinchè
possano convenientemente e con dignità provvedere
al carico della sacca.
Tutto il materiale delle altre squadriglie viene lasciato a terra, mentre le guide locali intrecciano, con maestria
senza pari, corone e festoni di fiori di campo per
adornare il camion, al centro del quale, su di un apposito
materasso di gommapiuma, è stata collocata la sacca.
All’ora stabilita, i due migliori autisti d’Italia e paesi
vicini, selezionati attraverso un severissimo concorso,
riservato solo a plurilaureati, prendono in consegna il
camion, mentre la polizia stradale provvede a bloccare il
traffico sulle strade e le autostrade, lungo tutto il percorso.
Dodici agenti motociclisti ed una autoradio scortano
inoltre il camion.
Le popolazioni e le scolaresche, assiepate ai bordi
della strada, sventolano bandierine multicolori e si scoprono
il capo al passaggio dell’automezzo:
- Passa il materiale degli Scoiattoli, diretto al Campo
Nazionale…
Non mancano neppure i sindaci dei comuni attraversati
con fascia tricolore e valletti in costume e i rappresentanti
delle locali sezioni dei donatori di sangue.
Alla deviazione di Ronciglione, quando la strada
diventa polverosa, alcune autobotti si pongono in testa al
convoglio per annaffiare il terreno, mentre gli agresti
locali, rivestiti dei costumi caratteristici, stendono mantelli
e coperte per attenuare al minimo i sobbalzi causati
dalle buche.
Al Lago di Vico un ponteradio avverte il campo del
prossimo arrivo della sacca. Immediatamente tutta l’attività viene fermata e cinquemila scouts si radunano,
secondo le disposizioni da tempo comunicate, per assistere
all’episodio storico.
Lo stesso Capocampo ed il suo Vice provvedono a
scaricare, con mille precauzioni, la sacca, che viene consegnata,
con breve e significativa cerimonia, ai legittimi
proprietari.
Solo la previsione di un simile trattamento di particolare
favore può spiegare il modo con cui gli Scoiattoli avevano preparato la sacca.
Le cose invece andarono diversamente.
Due robusti rovers, incaricati dei servizi logistici del
Commissariato Provinciale, presero la sacca e la carcarono
al volo sul pullman. Dopo una breve traiettoria la
sacca piombò in mezzo ad altro materiale e fu costretta,
dal successivo rapido arrivo di altri carichi, ad assumere
la forma che più si adattava alle sporgenze e alle rientranze
dei colli vicini.
Quando i due rovers poterono, con coscienza tranquilla,
mettere la scritta «completo» sul cristallo della
cabina di guida, il pulman finalmente partì, con un gemito
prolungato di balestre ed un cigolio di bulloni sotto
sforzo.
Naturalmente durante il viaggio il carico subì un
naturale assestamento, a tutto vantaggio del materiale
più robusto e meglio imballato.
All’arrivo, l’operazione di scarico fu facilitata da una
legge fisica che aiuta le traiettorie di lancio rivolte verso
il basso.
Gli Scoiattoli riuscirono ad identificare la loro sacca,
non certo dalla forma primitiva, completamente mutata
durante il viaggio, quanto piuttosto dalla inequivocabile
indicazione di un apposito cartellino, con contrassegni
della squadriglia, appeso ad un manico, con brillante
soluzione del magazziniere.
Gli Scoiattoli presero dunque la loro sacca e si porta rono velocemente sul terreno di campo della squadriglia.
Si trattava ora di togliere i sigilli, ma con precauzione,
poiché il materiale, data le compressione, poteva
anche ucire con forza, esplodere.
Finalmente, con abile mossa, il magazziniere poté
afferrare il fondo della sacca e girarlo di sotto in su per
vuotare il contenuto sul terreno.
Per dieci minuti buoni nessuno osò dire qualcosa. Il
silenzio fu rotto poi dalla voce del Caporeparto, che passava
per caso di lì:
- Perché avete raccolto tutto il pattume del campo in quel
posto? Non ci sono gli appositi bidoni?…
Non c’era malizia nelle sue parole. D’altra parte la
costernazione degli Scoiattoli era tanta, da togliere ogni
pur vago desiderio di reazione a questa interpretazione
ottimistica dei fatti.
Non rimaneva che nominare un comitato ristretto di
salute pubblica, che tentasse il ricupero del materiale più
necessario. Tre persone, il Csq. il Vice ed il magazziniere
si misero subito al lavoro; gli altri, più giovani, furono
fatti prudentemente allontanare.
I materiali ferrosi e legnosi data la loro particolare
consistenza, non avevano subito grandi danni, ma piuttosto
li avevano provocati. Al passivo bisognò annotare una
dentiera completa per le accette ed una pentola proditoriamente
trafitta da un piccozzino malvagio e cattivo.
Non tutti i mali vengono per nuocere: poiché il colapasta era rimasto tranquillo nel magazzino di squadriglia,
a più di duecento chilometri di distanza, gli Scoiattoli
decisero che piuttosto di far compiere quel viaggio di
andata e ritorno al magazziniere, era meglio moltiplicare
e perfezionare la foratura della ex pentola per poterla
trasferire, con tranquillità di coscienza, al nuovo nobile
ruolo di scolino.
I danni peggiori erano stati subiti dal materiale ausiliario
di cucina, dalle lanterne, dalla cassetta di Pronto
soccorso, dal materiale delle specialità e da alcune riserve
mangerecce, aggregate all’ultimo momento, dopo un
profondo ed accurato esame del più recente calmiere dei
prezzi del 7° C.N.
Il recupero del materiale di mezza misura, come picchetti,
posate attrezzi e punte, fu condotto a termine con una certa tranquillità. In definitiva si trattò di una scelta
non difficoltosa e di un buon lavaggio per togliere le
incrostazioni di maionese e le macchie di tintura di jodio,
onde evitare possibili confusioni col materiale delle altre
squadriglie, a causa di queste ambigue colorazioni.
Maggiore difficoltà sollevò invece la divisione del
materiale di piccola pezzatura e di quello polveroso. Gli
Scoiattoli decisero di utilizzare all’uopo la famosa pentola
retrocessa all’incarico di scolapasta, entro la quale
riversarono un insieme di vetri, detersivo, sale, pillole e
pastiglie, caffè e generi vari che i poco delicati vicini di
sacca avevano fatto fuoriuscire dai rispetti involucri e
recipienti, passati a miglior vita.
Scuotendo abilmente la pentola fecero cadere il
detersivo, il sale ed il cacao sull’ex telo-tenda-coperturacucina,
ormai rovinato, invalido e ridotto al pietoso e
lagrimevole stato di straccio, dal taglio non protetto di
una accetta, compagna di viaggio.
La polvere ricuperata, potenziata dai frammenti più
sottili dei recipienti di vetro rotti, poteva ancora servire
per pulire le stoviglie. Anzi su di esse, a corvé ultimata,
sarebbe rimasto un simpatico velo dolce, per via del
cacao. Il pericolo d’infezione per eventuali tagli era compensato
da un piccolo quantitativo di polvere emostatica,
pure presente nel composto.
Con la tecnica del cercatori d’oro, i tre Scoiattoli riuscirono
poi a dividere il caffè dalle aspirine e dalle pastiglie purgative, ma poi decisero di gettare via tutto per l’ipossibilità
di arrivare alla successiva suddivisione di questi
generi dalla maionese, dalla vegetallumina e dal mercurio
del termometro di massima e minima, di cui risultavano
tenacemente spalmati.
Furono ricuperati, infine, sul fondo alcune spille di
sicurezza e, incredibile a dirsi, la grossa medaglia di
bronzo dorata, guadagnata dalla squadriglia nelle olimpiadi
provinciali di due anni prima e misteriosamente
scomparsa alcuni giorni dopo.
L’imprevisto ritrovamento del cimelio sevì a rasserenare
l’atmosfera, anzi a ridare un senso d’euforia alla
squadriglia.
- Meno male! - disse il vicemagazziniere aggiunto,
convocato subito insieme agli altri esclusi, per rimirare il
trofeo - non tutti i mali vengono per nuocere! Chissà dove
si era nascosta quella medaglia? Eppure il nostro magazzino
è sempre in ordine…