Racconti al Fuoco di Bivacco
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Lo «Scouting for Boys» gli salvò la vita
2017-01-06 22:52:08
Siamo nel periodo degli inizi del dopoguerra... questa è una storia vera!

Nel 1947 l’opera di ricostruzione dellla nazione, uscita distrutta dalla guerra, era ormai avviata; occorrerà ancora tempo ma le ferite più gravi si stavano rimarginando.
Non bastava però ricostruire solo i ponti, le fabbriche e le case, occorreva ancora ridare coraggio e dignità ai cittadini. Si erano formati i partiti, si sviluppavano le libere associazioni, prolificava la stampa ma rimanevano ancora larghe sacche del territorio nazionale in cui imperava la paura.
La lotta civile nell’ultimo anno di guerra era stata violenta e spietata, intere famiglie erano scomparse, le vendette non si erano fermate al termine del conflitto militare, alcune forze politiche speravano ancora di potersi imporre in modo totale e nelle zone in cui si erano conquistate una grande influenza cercavano di costringere al silenzio gli avversari, col timore e la velata minaccia. Occorreva spezzare questo cerchio pericoloso, prima che si stringesse in modo definitivo, e mettere il cittadino in condizioni di potersi ovunque esprimere liberamente; occorreva mostrare che c’erano altri, molti e senza paura, che non la pensavano allo stesso modo. A tutti doveva essere riconosciuto il diritto di scendere sulle piazze a manifestare il proprio pensiero senza essere derisi, senza essere segnati in pericolosi libri neri o rossi, e senza paura di ritorsioni.
Per questo i movimenti giovanili cattolici, decisero di organizzare una grande riunione a Bologna, considerata la roccaforte e il dominio esclusivo di alcune forze politiche di sinistra. Occorreva dimostrare che nessuno doveva essere considerato cittadino di «serie C» e che il progresso ed i giovani non erano patrimonio esclusivo di uno o due partiti alleati, al di fuori dei quali sembrava che dovessero trovar posto solo le suore, i sagrestani e le vecchiette. Da tutta l’Italia settentrionale e con ogni mezzo, convennero a Bologna migliaia di giovani. Piazza Maggiore non fu sufficiente a contenerli; gridarono la loro gioia e la loro speranza in un mondo libero e sereno, cantarono i loro canti e sventolarono le loro bandiere, celebrarono tutti insieme l’Eucarestia e percorsero in corteo le principali vie cittadine. In testa a tutti erano migliaia di scouts. La città si meravigliò, si scosse , applaudì; chi aveva timore si rincuorò, chi sperava ancora nella prepotenza come mezzo di persuasione dovette fare un esame di coscienza. La libertà stava vincendo, la cappa di piombo della paura cadeva a pezzi e i «triangoli della morte» potevano esser ormai considerati, con sollievo, solo un triste ricordo. Le cose stavano finalmente cambiando: il timore di aver solo cambiato regime, dal nero al rosso, si dissolveva; i cittadini riprendevano il coraggio delle proprie idee e la fiducia in un vivere civile e democratico.
La vecchia mentalità totalitaria, ereditata dal fascismo, respirata per decenni, faceva tuttavia ancora fatica a tramontare. Troppi erano coloro che avevano semplicemente cambiato casacca con la speranza di poter continuare a usare gli stessi sistemi; molti si illudevano che la libertà spettasse solo al loro partito e servisse a mettere in silenzio tutti gli altri, considerati in blocco cattivi e reazionari. E i cattivi erano da punire, magari con le bombe, poiché anche allora c’era chi credeva di poter convincere gli avversari con questi sistemi fragorosi e violenti.
Spesso l’avversario da punire era il prete, responsabile di togliere alle organizzazioni del «partito» tutta una serie di ragazzetti, che preferivano ritrovarsi all’ombra del campanile per respirare malsane ed antiquate ideologie o per giocare ai «Boy scouts». Ed anche quel giorno, 23 di Settembre, mentre a Bologna si riunivano migliaia di giovani cattolici, qualcuno, per ritorsione, pensò bene di mettere una bomba davanti alla porta della canonica di Ceretolo, una frazione qualche chilometro oltre Casalecchio di Reno. Lo scoppio ferì a morte un ragazzo e ne mandò all’ospedale un altro ed il parroco.
I due ragazzi, Cesarino, un Aspirante di A.C. e Roberto, un giovane scout, avevano servito Messa al parroco e poi si erano fermati a parlare con entusiasmo del convegno che stava iniziando a Bologna. In quei tempi non si andava in villeggiatura sulle Dolomiti; una casa di campagna, anche vicino a Bologna, era già una grande occasione di svago e la canonica del paese era il naturale punto d’incontro degli studenti in vacanza. Si serviva Messa, si ripassava la grammatica di latino con il parroco, si leggeva il «Vittorioso» con i cineromanzi di Jacovitti, si disputava una partita a ping pong…
Quel giorno, in clima di entusiasmo per il convegno di Bologna, Cesarino stava raccontando a Roberto le sue esperienze con i Grest, i famosi gruppi estivi degli Aspiranti di Azione Cattolica e il suo interlocutore, per non essere da meno, sfoderava il ricordo delle sue avventure al campo estivo scout. Don Guerrino faceva da moderatore in questo nobile confronto, sorridendo per l’entusiasmo e lo spirito di corpo dei suoi giovani amici. Ad un certo momento, Roberto si ricordò che nella biblioteca del parroco c’era il volume di Baden Powell: Scautismo per ragazzi edito da Salani. «Voglio farti leggere la Legge scout che deriva da quella degli antichi cavalieri», disse a Cesarino, e si alzò per recarsi nel locale accanto.
Si era appena allontanato di qualche passo, quando una tremenda esplosione sventrò la porta e gettò a terra tutti e tre. Per Cesarino, il giovane aspirante di A.C., la bomba aveva aperto anche la porta del Paradiso. Don Guerrino, colpito pure lui in pieno, riuscì a salvarsi anche se le gravi ferite lo resero invalido e i loro postumi favorirono poi, a distanza di qualche anno, l’insorgere di un male incurabile che lo portò a raggiungere Cesarino in Paradiso.
Roberto, essendosi allontanato ormai di qualche passo, fu ferito ma non in modo gravissimo e riuscì a cavarsela con un lungo periodo d’ospedale. Gli amici scouts che lo visitarono non trovarono strano che tenesse sempre sotto il cuscino una copia dello Scouting for boys.

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