Un testo molto bello di Annunzio Gandolfi. Consiglio la lettura a tutti i Capi Scout poichè fa molto riflettere! E stato scritto anni fa, ma sempre molto attuale!
I ragazzi in età Esploratore hanno oggi interessi scarsi e molto
banali. Sembra che siano privi di fantasia. La scuola media e la televisione li hanno appiattiti e resi poco sensibili agli stimoli ed alla originalità.
La loro dovrebbe essere un'età d'ideali e di fantasia. Come potrebbero altrimenti iniziare il loro progetto per il futuro?
La scuola media, nata per esser « vocazionale », è stata costretta ad arrendersi e a portare avanti con rassegnazione una massa amorfa d'individui, piazzati sul « quasi sufficiente » politico.
La televisione ha spiazzato il gusto della lettura e della conversazione.
Sandokan e zio Zeb televisivi sono uguali per tutti e lasciano ben poco spazio alla fantasia individuale, al contrario della lettura. Il ragazzo che legge il libro di Salgari è costretto infatti a svegliare la sua fantasia per immaginare la figura di Sandokan, e l'ambiente in cui si muove. Personaggi e scenario ven¬gono interpretati e personalizzati dal lettore, che si trova così ad entrare nella loro avventura.
Potremmo fare un paragone con quanto accade ad un pittore che vede con occhi suoi un paesaggio e lo dipinge in modo certamente di¬verso da quanto farebbe un suo collega o da come lo ritrarrebbe la macchina fotografica.
Il ragazzo che si pone di fronte al televisore percepisce invece, senza fatica, un'immagine fotografica, che non richiede un'elaborazione personale.
Sandokan televisivo è dunque uguale per tutti, con la stessa espressione, lo stesso vestito, lo stesso panorama di contorno.
Il ragazzo assiste ma non entra in quel mondo fantastico. La sua immaginazione rimane a riposo e s'isterilisce. Anche i sentimenti hanno ben poco da spartire con tanti spettacoli televisivi. La televisione ha arricchito l'uomo di im¬magini fotografiche ma lo ha impoverito di fantasia. Il colpo finale viene poi dalla pubblicità, diretta ed indiretta, che cattura la intelligenza e l'imbalsama.
Lo scautismo potrebbe essere un antidoto se sapesse parlare ancora al cuore ed alla fantasia, riscoprendo la sua vocazione.
Forse occorrerebbe un « restauro » che togliesse certe patine grigie ed eliminasse lo smog anticulturale. Bisognerebbe riportare al sole il gusto della « cultura scout » ossia una conoscenza approfondita della tecnica, del gioco, dell'espressione, del sistema delle squadriglie, della storia scout e dei suoi personaggi, tanto per fare alcuni esempi.
Riscopriamo il gioco avventuroso e il gusto dell'esplorazione di ambienti. Scopriamo finalmente le leggi di questa natura sempre fedele ai suoi ritmi e mutevole nei suoi spettacoli.
Aiutiamo il ragazzo e la ragazza a scoprire la realtà con cui devono misurarsi, sapendola vedere con occhi di poeta e di artista, interpretandola cioè con gioia, ottimismo, gusto del bello e dello sforzo.
Educhiamo i ragazzi alla fantasia. I mezzi che Io scautismo offre sono tanti ed originali: occorre però che siano usati dai capi con professionalità e... con fantasia.
Ma torniamo alla fantasia dei ragazzi. Tra i tanti mezzi per educarla si potrebbero ripescare il racconto e la lettura al fuoco di bivacco.
* Avanzando cautamente nella notte senza luna, Rafael Rodriguez svoltò dietro la casa. Erano le 21,30. S'aspettava di incontrare una quarantina di fuggiaschi. Dietro il fienile, invece, ne trovò 85. "Alcuni di voi non li conosco - disse alla piccola folla silenziosa - ma spero che tutti abbiate del coraggio. Ci vorrà una marcia di sei ore per arrivare al mare. Dovrete frazionarvi in piccoli gruppi e seguire in assoluto silenzio la guida, lo chiuderò la marcia. Ora nessuno può più tirarsi indietro. Sparerò contro chiunque tentasse di farlo. E' l'unico modo per proteggerci tutti". La guida s'incamminò decisa tra gli alberi... ».
Ogni località ha le sue leggende, le sue tradizioni e le sue storie. Oggi c'è il gusto della loro riscoperta. Perché non utilizzare questo materiale al fuoco di bivacco, anche per stimolare i ragazzi a meglio comprendere l'ambiente in cui campeggiano e a sapersi inserire in esso?
Lo scautismo internazionale, italiano e locale, ha una sua storia e i suoi personaggi. Perché non rievocare queste notizie, tanto utili anche per suscitare un certo orgoglio di appartenere al movimento e per presentare degli esempi? Ci sono poi personaggi del mondo dell'avventura o del servizio che potrebbero esser « raccontati ». Basterebbe prendere in mano i fascicoli della collana « eroi » dell'Elle di Ci. per rendersene conto.
Anche le ricorrenze storiche possono suggerire dei temi.
Quest'anno, per esempio, il campo potrebbe essere una bella occasione per raccontare la vita di S. Francesco e quella di Baden-Powell.
E, tanto per rinfrescarci le idee, perché non proviamo a riprendere in mano quel libro che si chiama « Scautismo per ragazzi ». Il nostro caro vecchietto lo ha diviso - guarda caso - in « chiacchierate al fuoco di bivacco », infiocchettandolo di episodi e personaggi che stimolano l'interesse e la fantasia.
Il capo deve essere anche un « mago » del racconto.