Il segreto del pastore è un invito ad «aprire la finestra» dell'anima al sole di Dio. I ragazzi devono essere aiutati concretamente a spalancare mente e cuore all'esperienza religiosa
Un uomo aveva sempre il cielo dell'anima coperto di nere nubi. Era incapace di credere alla bontà. Soprattutto non credeva alla bontà e all'amore di Dio.
Un giorno mentre errava sulle colline che attorniavano il suo villaggio, sempre tormentato dai suoi scuri dubbi, incontrò un pastore.
Il pastore era un brav'uomo dagli occhi limpidi. Si accorse che lo sconosciuto aveva l'aria particolarmente disperata e gli chiese:
«Che cosa ti turba tanto, amico?».
«Mi sento immensamente solo».
«Anch'io sono solo, eppure non sono triste».
«Forse perché Dio ti fa compagnia...».
«Hai indovinato».
«Io invece non ho la compagnia di Dio. Non riesco a credere al suo amore. Com'è possibile che ami gli uomini uno per uno? Com'è possibile che ami me?».
«Vedi laggiù il nostro villaggio?», gli disse il pastore. «Ne vedi ogni casa? Vedi le finestre di ogni casa?».
«Vedo tutto questo».
«Allora non devi disperare. Il sole è uno solo, ma ogni finestra della città, anche la più piccola e la più nascosta, ogni giorno viene baciata dal sole, nell'arco della giornata. Forse tu disperi perché tieni chiusa la tua finestra».